Brindisi. Flai Cgil: un bracciante morto all’anno, la verità sul 27enne originario della Guinea

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“Un morto all’anno. Una scia di decessi intollerabile in un Paese che sulla carta si dice civile ma, nei fatti, si ritrova a registrare una vergogna senza fine. Uno stillicidio di una barbarie inaudita che lascia sgomenti e impone non solo una seria riflessione ma l’obbligo di accertamento della verità che ha portato all’ennesimo decesso di un bracciante agricolo”.

Lo dice il segretario della Flai Cgil di Brindisi, Cosimo Della Porta, con riferimento al ritrovamento del corpo senza vita del 27enne originario della Guinea, Toure Saidou, in un casolare alla periferia della città, dopo essere stato al lavoro nei campi.

“Prima di Toure Saidou, in provincia di Brindisi, ci sono stati Said Cissa, 22 anni Gambiano, morto nell’ottobre 2020, dopo essere stato investito mentre andava in bici tra Carovigno e San Vito dei Normanni. Camara Fantamadi 27 anni del Mali, morto a giugno del 2021, nella frazione di Tuturano, dopo essere stato a lavoro nei campi sotto il sole cocente”, ricorda il sindacalista.

“Chiediamo che sia fatta luce sulla morte del 27enne perché non ci siano morti di serie A e di serie B. Chiediamo che si verifichi se il decesso di questo giovane bracciante sia legato alle sue condizioni di lavoro nei campi, perché non possiamo fare finta che nulla sia accaduto solo perché si tratta di un immigrato”, prosegue.

“È mostruoso il fatto che una persona che si senta male a lavoro, non riceva soccorsi e venga ritrovata due giorni dopo in un casolare, senza vita. È un fatto di una disumanità e di una gravità inaccettabile. Da sempre la Flai Cgil di Brindisi lotta al fianco dei lavoratori agricoli, di qualsiasi colore sia la loro pelle, per i diritti e per il rispetto delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Diritti che vengono puntualmente violentati”, va avanti Della Porta.

“Siamo stati primi in Italia a Brindisi così come a Foggia nella istituzione della sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità ed è quanto mai urgente che questo strumento diventi definitivamente operativo perché tutta la filiera sia controllata e i lavoratori tutelati. Probabilmente se la rete fosse operativa tragedie del genere non ci sarebbero. Torniamo a chiedere per l’ennesima volta all’Inps la convocazione di una cabina di regia per uscire da questa impasse per rendere il lavoro nei campi più sicuro e tutelato”, conclude.

“Alcuni tratti della vicenda di Saidou ricalcano episodi già vissuti, come Paola Clemente, la bracciante morta di fatica sotto un tendone di uva nel territorio di Andria, ma anche tanti lavoratori stranieri morti di stenti”, sottolinea il segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi.

“Ci stringiamo ai familiari e ci uniamo alla loro richiesta affinché la magistratura possa fare piena luce su quanto accaduto. Pensiamo che morire per lavoro, prima ancora di lavoro, sia un’emergenza che va stroncata ad ogni costo. Gli strumenti normativi esistono: è il tempo di impiegarli”.

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