“Credo che lo strumento dello scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose vada rivalutato nel suo importante valore, considerando prove più granitiche al fine di non privare una popolazione della propria democrazia”: lo dice il consigliere regionale della lista di maggioranza “Con”, Alessandro Leoci, commentando in una nota l’assoluzione dell’ex sindaco di Carovigno (Brindisi), Massimo Lanzilotti e dell’ex presidente del consiglio comunale, Francesco Leoci, suo fratello. Entrambi rispondevano di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. Sulla base dell’inchiesta penale, inoltre, era stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale.
“Da segretario della commissione Antimafia del Consiglio regionale della Puglia – ha affermato Leoci – dico che abbiamo intrapreso un percorso di continuo ascolto con le prefetture e procure al fine di monitorare i vari territori e capire come la criminalità si insidia nella struttura socio-istituzionale”. Leoci ha poi fatto preciso riferimento alla sentenza assolutoria emessa dal gup di Lecce: “Giustizia è stata fatta. Sono contento dell’esito di questo procedimento penale che, ahimè, ha visto coinvolto anche mio fratello. Oggi viene restituita la dignità a loro, alle loro famiglie al nostro paese e alla nostra provincia”. Infine è intervenuto anche sul provvedimento del Tribunale di Brindisi che ha revocato l’incandidabilità dei due ex amministratori del Brindisino: “Un’altra pronuncia che riabilita un’intera comunità “.
“Alla luce di ciò – si chiede il consigliere – c’erano i presupposti per il disposto scioglimento comunale per infiltrazioni mafiose? Era questo legittimo e fondato? Servirebbe un ripristino della vita amministrativa per dare piena espressione alla libertà della democrazia popolare che viene espressa tramite il diritto di voto”.