Canta che ti (green) pass

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A Sanremo come in tutte le città Italiane, vigono le medesime (sempre più discutibili) disposizioni normative anti-covid previste dal Governo. Qualunque cittadino infatti al di sotto dei 50 anni, non è obbligato, almeno teoricamente, a vaccinarsi.

I cantanti in gara della 72esima edizione del Festival della canzone Italiana non sono però obbligati ad avere il Super Green Pass, una scelta che sta facendo fortemente discutere l’opinione pubblica anche sul web, sempre più contrapposta tra favorevoli e contrari alla punturina magica.

Durante la conferenza stampa del Casinò di Sanremo, Stefano Coletta direttore di Rai, ha chiaramente spiegato che il rispetto delle norme vigenti all’Ariston segue quello delle norme Nazionali: “Come il teatro Ariston si collega alle norme generali previste per i teatri, con la piena capienza, il super green pass e le mascherine Ffp2, così vale la regola che sotto i 50 anni non c’è un obbligo di vaccino. La selezione degli artisti sul palco non può essere dirimente distinguendo vaccinati e no vax: si tratta di dati sensibili, che la Rai non può chiedere”.

Nessun obbligo di vaccino per i cantanti in gara, una frase che fa quindi intendere che tra gli artisti in gara potrebbe esserci qualche “no vax”.
Il tampone ogni 48 ore a cui tutti i cantanti e gli addetti ai lavori sono sottoposti, sostituirebbe di fatto l’obbligo vaccinale.

Perché allora non utilizzare questo modello, anche fuori dall’Ariston?
Perché Sanremo è Sanremo.

VINCENZO DE MARINO

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