Il Grido d’allarme della fondazione antiraket di Bari “Giovanni Paolo II”: ecco cosa favorisce solo le mafie.

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Un poliziotto, un giornalista, un broker assicurativo, un padre di 25 anni, un prete, un medico, una segretaria sono i veri personaggi di alcune delle storie di usura, allo stremo delle loro forze si rivolgono come ultima spiaggia alla Fondazione Antiraket “Giovanni paolo II” Onulus di Bari che ha sede in via Gesuiti n.20.

La fondazione è un faro a carattere regionale e Nazionale. Sono più di 25 anni che sostiene le famiglie “usurate” e di progetti ne hanno fatti tanti. Hanno aiutato ad uscire dal tunnel del’usura centinaia di famiglie in difficoltà. Una vera risorsa per il territorio.

Ma non basta i casi di usura anche grazie all’isolamento dovuto alla pandemia i prestiti “a strozzo” sono aumentati vertiginosamente. I fondi messi a disposizione dello Stato vanno nella misura del 70% alle imprese e solo il 30 ai nuclei familiari, ma ormai il fenomeno non aggredisce più solo le aziende. Oltre a fronteggiare l’attacco delle mafie alle imprese e alle famiglie, anche la ripresa dell’azzardo sta infatti creando un nuovo allarme captato immediatamente dalle fondazioni anitusura.  Per questo motivo si sperava che nella finanziaria appena approvata ci fosse stato spazio per il miglioramento alla legge antiusura ferma dal 1996. E’ su tutti i media lo sconcerto e lo stupore delle organizzazioni che aiutano i disperati allarmati per la mancata approvazione degli emendamenti formulati contro l’usura e il gioco d’azzardo.

Presidente della Consulta nazionale San Giovanni Paolo II di Bari e direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, ha dichiarato di «essere sorpreso e sconcertato» di fronte alla bocciatura degli emendamenti alla Legge di Bilancio che avrebbero consentito di migliorare la legge 108 antiusura. «Quegli interventi sulla normativa avrebbero permesso, senza aggravi di costi per lo Stato, di utilizzare in maniera più efficace le risorse già oggi previste facendo arrivare in maniera più tempestiva gli aiuti alle famiglie – spiega Gualzetti -. Invece, nonostante, il parere favorevole di autorevoli voci istituzionali, come quella del commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Giovanna Cagliostro, per ragioni che non riusciamo a comprendere, il provvedimento non è stato dichiarato ammissibile dalla Commissione che lo stava esaminando, per cui non entrerà nella Manovra finanziaria».

Secondo Gualzetti «si è persa una grande occasione per dare una risposta pronta a migliaia di famiglie che stanno attraversando un momento molto delicato». «Chi si è impoverito durante la pandemia – ricorda il Presidente della Consulta Nazionale Antiusura -, oggi è costretto ad indebitarsi per pagare le bollette, le spese condominiali o l’affitto. Non è difficile immaginare, che queste persone, non potendo accedere al credito legale, si affidino a quello illegale gestito spesso dalla criminalità organizzata. Contro il diffondersi di questo fenomeno, che favorisce il radicamento delle mafie, le Caritas diocesane e le Fondazioni antiusura, per la loro presenza capillare nei territori, rappresentano un baluardo, perché spesso riescono ad intercettare le famiglie in difficoltà prima che cadano nelle mani di chi promette soldi facili senza troppe garanzie, salvo poi pretenderli indietro a tassi d’interesse esorbitanti con minacce e violenze. Ma per essere efficaci contro il welfare criminale che assoggetta le famiglie, abbiamo bisogno di strumenti più snelli e di fonti certe di finanziamento».

Gli emendamenti proposti andavano in quella direzione, perché, consentivano di facilitare l’accesso al Fondo di prevenzione (articolo 15) e estendevano la platea dei beneficiari del Fondo di solidarietà (articolo 14) dalle imprese alle famiglie: due principi al centro del progetto di riforma della legge 108 del 1996 promosso dalla Consulta Nazionale Antiusura e sulla quale, in particolare, ha lavorato Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore della Università Cattolica.«Benché sembrasse che vi fosse un ampio e trasversale consenso su questi provvedimenti, abbiamo appreso che con l’eccezione degli onorevoli che li avevano proposti nessun altro li ha appoggiati, mentre ne sono stati approvati molti altri che per la loro varietà e particolarità sembrano più il frutto di logiche clientelari che rispondere alle reali esigenze del Paese. Dobbiamo, quindi, constatare che purtroppo hanno prevalso altre priorità rispetto alla volontà di proteggere i più vulnerabili», conclude Gualzetti.

Non perdete la speranza.

Franco Marella

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