A molti mesi di distanza ritorno sulla (ma che fine ha fatto) legge “Corda –Aresta” – Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare – in attesa di terza lettura alla camera, ma ancora non calendarizzata. Probabilmente non arriverà mai a compimento, perché è una proposta di legge molto avversata dalla maggior parte dei neonati sindacati militari, ma soprattutto non conferisce al mondo militare adeguate certezze in materia di diritti. Ma il mondo militare è anche in fermento per un’altra proposta di legge: la n.1242 a firma dell’On.le Aresta – Modifica all’articolo 37 del codice penale militare di pace, concernente la definizione di reato militare”. In buona sostanza le maglie dei reati commessi o presunti tali dai militari in tempo di pace si sono allargati a dismisura. Oh, ma quanto interesse per i militari, diremmo!
A mio parere ( e me ne prendo la responsabilità) i reati, qualunque reato, commessi dai militari in tempo di pace devono essere giudicati dai Tribunali Ordinari. Giudici togati ordinari che valutano la ratio di una legge violata da cittadini in uniforme e devono avere l’onere, i giudici, di giudicare alla pari seguendo il dogma: “la legge è uguale per tutti”. Purtroppo così non è. Per esempio i conflitti emergenti da cause da lavoro devono essere giudicate dai giudici del lavoro e non dal TAR o dal Consiglio di Stato, luogo presso cui vengono “eletti” ufficiali generali- scusate se è poco! –
Permettetemi un sano e civile sproloquio sulla questione “mondo militare”. Ma voi signori politici ne sapete qualcosa? Vi affannate a proporre progetti di legge storpiando inevitabilmente la specificità del militare, che chissà perché , vengono sempre considerati cittadini di serie “B”. Signori devono finire queste “opinioni politico-elettorali” sui militari. Oggi per vostra conoscenza ci sono i sindacati e che vi piaccia o no ne dovete prendete atto e coinvolgerli, così come quando decidete sulle vostre prebende!!!
I sindacati militari che hanno, è vero, una limitazione operativa sindacale devono comunque essere coinvolti per via di un presupposto unico e generale: LA SPECIFICITA’ MILITARE, che nessun altro dipendente possiede.
E’ di poche ore fa una nota del sindacato ITAMIL ESERCITO, inviata al Sottosegretario di Stato alla Difesa On. MULE’ a cui è rivolta la “preghiera” per un sano confronto e un coinvolgimento sul tema inerenti le due proposte di legge d’iniziativa parlamentare (Atto camera n. 1402 dell’On. ARESTA abbinato al n. 1242 d’iniziativa dell’On. CIRIELLI), volte a modificare il codice penale militare di pace, con la nuova definizione di reato militare e la disciplina e la procedibilità di alcune fattispecie di reato militare.
L’ITAMIL ESERCITO, compatto chiarisce, nella nota inviata all’On.Le Mulè, di ««Riteniamo che una riforma di tale portata con dei risvolti sullo stato giuridico del personale militare e sull’esercizio dei relativi diritti, debba prevedere anche un coinvolgimento delle rappresentanze di categoria e dei rappresentanti sindacali Militari già da tempo riconosciuti dal Ministro della Difesa.» «Apprendiamo positivamente che il COCER Interforze con delibera approvata all’unanimità ha chiesto alle commissioni parlamentari competenti di essere audito sul delicato argomento»
L’ITAMILESERCITO si rivolge anche la Ministro GUERINI ricordando che le sue affermazioni di «dichiarate sensibilità nei confronti del personale militare» non sia uno slogan a “calende greche” e consenta un sano confronto e un coinvolgimento sul tema che può solamente giovare alla condivisione dei progetti da parte del personale delle forze armate.
Franco Marella