“Il PNRR per un nuovo mezzogiorno” è il report che ha stilato la Confcommercio valutando l’impatto che l’attuazione dei progetti del PNRR avrà sull’ assetto economico del paese partendo da Mezzogiorno.
Tra i vari aspetti esaminati c’è quello dell’occupazione femminile a sud e risulta che nel meridione una donna su tre lavora.
Confcommercio ha osservato i dati di un indagine del 2019-che chiaramente non tiene conto dell’effetto aggravante della pandemia- da cui si evince che nelle regioni del Mezzogiorno scende al 33% la percentuale delle donne tra i 15 e i 64 anni al lavoro. Nel resto della penisola il dato è del 59,2%, in Europa del 63%.
La conclusione triste a cui si giunge è che in molte regioni meridionali alle donne non conviene lavorare perchè non vi è un equa retribuzione e la conseguenza di cio’ è che il Mezzogiorno paga la mancanza di servizi pubblici.
Difronte a questo quadro è chiaro che gli incentivi e i bonus sono strumenti di intervento a breve termine e non risolutivi del problema.
Fondamentale sono gli investimenti nei servizi pubblici a partire dagli asili nido e dai servizi di sostegno – il Centro Nord ha quasi raggiunto l’obiettivo Ue del 33% di copertura attraverso asili nido pubblici ( in media 2/3 dei comuni offrono il servizio), al Sud sono solo 13,5 i posti ogni 100 bambini, con una copertura garantita in meno della metà dei comuni. La differenza è di 18,5 punti- che creano l’opportunità per le donne di dedicarsi al lavoro riducendo cosi’ il divario di genere.
Il PNRR è un opportunità per il Sud -per la sua rinascita in ogni settore della vita economica sociale-se gli interventi accompagnati dalle riforme saranno mirati a a lungo termine.
Antonella Cirese.