Sono sette le centrali a carbone in Italia, tutte operative, tranne una, quella Enel a La Spezia, in Liguria. Il gruppo a carbone dell’impianto termoelettrico ‘Eugenio Montale’ è stato spento lo scorso dicembre, dopo 59 anni di attivita’: era stato momentaneamente riattivato lo stesso mese per contenere il caro bollette. Delle altre sei, due si trovano in Sardegna (a Fiumesanto, nell’area industriale di Sassari-Porto Torres, gestita da Ep, e a Portoscuso, nella zona industriale di Portovesme, la ‘Grazia Deledda’ di Enel) e una in Friuli-Venezia-Giulia, a Monfalcone, in provincia di Gorizia, gestore A2A).
Quest’ultima, come quella de La Spezia, aveva ottenuto il via libera al fermo per la riconversione, ma poi e’ stato riattivato uno dei due gruppi da 160 MW. Fanno capo a Enel le restanti centrali di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, nel Lazio, la ‘Federico II’ di Brindisi in Puglia e la ‘Andrea Palladio’ di Fusina, nel territorio di Venezia. I sette impianti sono interessati al phase out dal carbone, previsto entro il 2025, quindi dovrebbero essere fermati o riconvertii ma ora potrebbero diventare essenziali per l’approvvigionamento energetico nazionale, a causa delle ripercussioni della guerra in Ucraina e della crisi internazionale aperta dall’invasione russa.