Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip i fratelli brindisini Cosimo ed Enrico Morleo, 57 e 56 anni, fermati ieri dagli agenti della Squadra Mobile di Brindisi per gli omicidi degli imprenditori Salvatore Cairo, i cui resti non sono stati trovati, e Sergio Spada, uccisi il 6 maggio 2000 e l’11 novembre 2001. I due sono stati fermati in esecuzione del decreto di fermo del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Milto Stefano De Nozza, e sono ristretti nel carcere di Brindisi.
L’interrogatorio si è svolto nella casa circondariale, alla presenza degli avvocati Luca Leoci del foro di Brindisi, difensore di Cosimo Morleo, e Giacinto Epifani, del foro di Lecce, difensore di Enrico Morleo. La gip Vilma Gilli si è riservata la decisione sulla convalida del fermo. Cosimo Morleo è accusato di essere stato il mandante, mentre il fratello l’esecutore materiale. Oltre alla premeditazione è stata contestata l’aggravante del metodo mafioso. Alla base delle accuse ci sono le dichiarazioni rese da Massimiliano Morleo, fratello minore dei fermati, nel frattempo sottoposto a programma di protezione, e da un testimone oculare che all’epoca aveva 18 anni.