«La Regione Puglia si attivi immediatamente per sanare una situazione grave e che si innesta in un panorama già desolante che caratterizza il comparto dell’informazione. Con la cessione delle frequenze televisive alle compagnie telefoniche per il 5G, è diminuita sensibilmente la capacità trasmissiva a disposizione delle emittenti locali. Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha emanato un bando, diviso per Regioni, ma accade che storiche tv locali – per esempio Telefoggia, pur collocandosi in ottima posizione (18esimi su oltre cento emittenti), non ha avuto accesso alla banda di primo livello, in quanto la capacità trasmissiva è stata praticamente divisa tra varie emittenti locali e regionali che si sono presentate insieme. Telefoggia è stata quindi costretta a dirottare sulla banda di secondo livello, gestita dall’operatore Delta Tv. Il problema è che questa banda copre la Bat, Bari e Brindisi, ma, per assurdo, non copre Foggia. Così come non copre Taranto, dove nella stessa situazione si trova Studio 100. Ancor peggio, altre emittenti locali storiche foggiane come Teleblu e Teleradioerre rischiano seriamente di chiudere del tutto in quanto prive di capacità trasmissiva, nemmeno di secondo livello».
E’ quanto si legge nella nota di Fratelli d’Italia Puglia.
«Dal Mise fanno sapere che il problema è risolvibile, ma solo con l’apertura di un tavolo tecnico permanente che deve essere chiesto ufficialmente dalla Regione Puglia. Cosa che altre Regioni hanno fatto e con successo. In Puglia, invece, si continua a fare evidentemente finta di nulla. Nel frattempo i tempi stringono e il passaggio al nuovo sistema è praticamente dietro l’angolo, probabilmente dai primi di aprile. Chiediamo al presidente Emiliano di attivarsi immediatamente in favore di un settore, quello della comunicazione, dove sempre meno voci riescono a sopravvivere e a garantire l’informazione. Troppo spesso, purtroppo, reggendosi sul lavoro egregio, se non addirittura eroico, di tanti tecnici e giornalisti i cui compensi, troppo spesso, non sono dignitosi e adeguati al delicato ruolo che svolgono. Non si può restare inermi e indifferenti di fronte a un problema che interessa la libertà, la pluralità e livelli occupazionali già critici in questo settore» conclude la nota.