Il Mezzogiorno non ha riposto in massa al bando degli asili nidi finanziato con le risorse del PNRR.
Molti comuni delle aeree interne e del sud non hanno partecipato e in particolare hanno mancato all’appello Campania, Sicilia e Calabria.
La risposta del Governo è stata quella di prorogare il termine di partecipazione al bando al 31 marzo.
Allora tutto in ordine? Andiamo oltre le apparenze . L’obiettivo principale del PNRR-sottolineato anche dall’Europa-è di essere uno strumento per superare i divari territoriali e le disuguaglianze sociali ma se continuiamo su questa rotta potrebbe rivelarsi uno strumento che aumenta i gap tra Nord e Sud assegnando servizi dove ce ne sono già in abbondanza.
Qualche breve riflessione sulla mancata risposta del Sud. Ci sono comuni molto piccoli con poche risorse finanziarie e umane che andrebbero informati sia sulla sicurezza dei finanziamenti ma anche sostenuti e coadiuvati nella fase della progettazione degli asili nidi.
Le regioni meridionali sono molto lontane dall’obiettivo europeo del 33% di copertura nella fascia 3-36 mesi di conseguenza difronte alle incertezze dei comuni il Governo non dovrebbe limitarsi alla proroga del bando ma intervenire direttamente favorendo anche la co progettazione e collaborazione tra piccoli comuni.
Infine non va trascurato la carenza del personale educante e -come più volte è stato ripetuto dalla comunità civile- affinché le risorse del PNRR vengano impiegate in modo ottimale è necessario che vengano prese misure a lungo termine e quindi sarebbe il caso di organizzare la formazione ,l’assunzione e il miglioramento delle condizioni di lavoro della comunità educante.
Non bastano i bandi per rigenerare il Sud ma la reale e concreta volontà di interazione tra Istituzioni, territorio, terzo settore e comunità civile.
Antonella Cirese.