Occupazione delle donne, la presidente Capone (Pd) “manca un piano strutturale”

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 «L’Italia non è un Paese per donne mi verrebbe da dire e, invece, le donne ci sono e sono pure brave. Serve un lavoro stabile e dignitosamente retribuito e una rete pubblica che consenta loro di combinare la cura della propria famiglia con l’ambizione, legittima, di realizzare i propri sogni. Si può essere lavoratrice e madre se si abbattono quei muri culturali che diventano ostacoli sociali ed economici».

Lo ha detto la presidente del Consiglio regionale della Puglia e vicepresidente del Pd, Loredana Capone, a margine delle celebrazioni della giornata internazionale della donna nella sessione plenaria del Comitato Europeo delle Regioni. «Nei Paesi in cui la parità è praticata per davvero – ha proseguito – la maternità è preziosa quanto il contributo che una donna che lavora porta alla propria comunità in termini di Pil. Montagne di studi dimostrano che il binomio donne – economia è un binomio perfetto, perché ci guadagnano tutte e tutti, eppure, in Italia, non esiste ancora un piano strutturale per il rilancio dell’occupazione femminile».

    «Se il tasso di occupazione femminile raggiungesse il 60% il Pil crescerebbe del 7%. E, invece – ha aggiunto – restiamo il Paese con le casalinghe più istruite d’Europa che sta ancora lottando per il salario minimo e la parità retributiva».

«Serve un cambio di passo nella società e nell’economia. In Puglia abbiamo approvato, ancora prima del governo centrale, la legge sulla parità retributiva ma siamo la regione in cui alle elezioni regionale è dovuto intervenire lo Stato per introdurre la doppia preferenza». «Serve – ha concluso – la piena convinzione di tutte e tutti, altrimenti anche le migliori leggi finiranno per essere la splendida cornice di un quadro vuoto».

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