Il Sindacato di Polizia Snap chiede l’accesso agli atti dei danni causati dal vaccino Covid

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La segreteria nazionale del sindacato SNAP (sindacato nazionale appartenenti Polizia) in un comunicato stampa rende noto di “aver dato mandato al proprio team legale, dello studio Parenti di Roma, per effettuare un sollecito e nel contempo richiedere formale accesso agli atti relativi ai dati in possesso alle commissioni mediche per danni da inoculazione vaccino Covid-19 e linee guida per il riconoscimento di causa di servizio” per tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine e di polizia che sono stati obbligati per legge.

“Le organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, siano esse maggiormente rappresentative o no- scrive lo SNAP- hanno il diritto a ricevere informazioni e risposte dalla nostra amministrazione nell’interesse della categoria rappresentata, così come sancito dalla vigente normativa. Per le mancate risposte in riquadro abbiamo già dato mandato ai nostri legali per procedere a formale diffida che auspichiamo riceva la legittima considerazione per evitare l’instaurarsi di un contenzioso dinanzi alla competente magistratura”.

Il motivo, all’origine del sollecito, il lasso di tempo trascorso da quando il sindacato, a novembre 2022, a seguito di un evento tenutosi a Matera e dedicato a “Prevenzione e promozione della salute per gli operatori della Polizia di Stato” aveva inviato una missiva all’Ufficio Relazioni Sindacali della Polizia di Stato ed alla Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato.

In tale lettera “si chiedeva quali fossero i dati in possesso alle citate commissioni che si stanno occupando della valutazione dei danni correlati alla inoculazione del vaccino per il covid o quantomeno di conoscere i dati in capo alla Polizia di stato e quali fossero le linee guida che l’amministrazione intendesse perseguire per il riconoscimento della correlazione tra servizio e danni avversi da vaccino: una tematica che ancora oggi registra resistenze o ingiustificato silenzio”, si legge ancora.

“Lo SNAP- conclude la nota- ha a cuore la tutela dei colleghi tutti ed in questo caso particolare di coloro che, per aderire alla ‘campagna vaccinale’ (volontariamente o per molti per non restare senza emolumenti) hanno registrato eventi avversi che riteniamo debbano essere necessariamente riconosciuti come causa di servizio poiché la vaccinazione era ritenuta elemento indispensabile per accedere ai luoghi di lavoro”. 

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