E’ attualità. Chi non è, di questi tempi, impigliato nelle maglie di bollette, salassi, scadenze, costi altissimi? Il guaio e che capita a tutti di dimenticarsi di pagare una bolletta della luce o del gas, soprattutto in occasione di un trasloco da una casa all’altra o di una seconda utenza che gestiamo a distanza, oppure a seguito di rincari iperbolici, come sta accadendo? Dunque ti ritrovi che il tuo fornitore, a distanza di tempo, ti sta richiedendo oggi il pagamento di una vecchia bolletta. Poco e male!
Se capitate in questo guazzabuglio non arrendetevi ci potrebbe essere qualche possibilità; difatti è fondamentale sapere i nostri diritti, quando vanno in prescrizione le bollette della luce e del gas e cosa possiamo fare in ogni situazione.
Secondo la legge il passare del tempo può determinare la perdita di un diritto ed il titolare non lo può più esigere. La prescrizione delle bollette è proprio quando quel diritto si riferisce al pagamento di una fattura di luce o gas relativa ad un periodo passato. Se passa un determinato periodo di tempo, durante il quale non ti viene recapitato alcun avviso, il fornitore non può più chiederti il versamento di quell’importo.
Quando il titolare non esercita per il tempo determinato dalla legge un diritto, questo si estingue per prescrizione. In generale la prescrizione ordinaria prevede un termine per un periodo di 10 anni, di riferimento per tutti quei crediti per i quali la legge non specifica diversamente. Per ciò che riguarda le bollette di energia elettrica e gas la prescrizione è di 2 anni, così come per le altre utenze di acqua, telefono, ADSL, fax… Questo è quanto stabilito dalla nuova integrazione alla legge di bilancio 2020, numero 160 del 2019, in base alle direttive di ARERA.
In caso di ritardi nella fatturazione per negligenza del fornitore o distributore, il cliente è obbligato a pagare solo gli ultimi 2 anni fatturati. Il caso rientra nell’articolo n. 2948 del Codice Civile, tra i pagamenti da effettuarsi periodicamente entro l’anno oppure in termini più brevi (prescrizioni brevi). Se la bolletta consegnata al cliente passa in giudicato e in procedura giudiziale, il termine si estende a 10 anni.
Tuttavia capiamo qual è la differenza tra prescrizione e decadenza di una bolletta? Entrambi i termini hanno in comune un elemento: il passare del tempo che estingue un diritto. Tuttavia esiste una sostanziale differenza indicata di seguito.
Prescrizione della bolletta: Con la prescrizione il diritto si estingue poiché il titolare, ossia il fornitore, non lo esercita entro il termine previsto dalla legge (Art. 2934 del Codice Civile).
Decadenza della bolletta: Con la decadenza invece si perde la possibilità di esercitare il diritto per il mancato esercizio di un termine perentorio (Art. 2964 del Codice Civile). In questo caso non possono essere applicate la sospensione o l’interruzione della prescrizione.
Pertanto si pone il problema di quando e come contestare la prescrizione di una bolletta. Quando viene richiesto un pagamento e questo è caduto in prescrizione bisogna come prima cosa accertarsi che sia effettivamente andato in prescrizione. Se il sollecito di pagamento arriva dopo i 2 anni la bolletta è prescritta e non si deve effettuare il pagamento
Se invece il sollecito di pagamento arriva entro i 2 anni sei tenuto a pagare l’importo e se questo è elevato, puoi richiedere la rateizzazione.
Nel primo caso, una volta accertata la prescrizione, è indispensabile contestare attivamente il decorso dei termini il prima possibile e questo è possibile farlo personalmente oppure tramite un avvocato. La richiesta dell’adempimento, ossia del pagamento della bolletta, deve essere valutato immediatamente.
Dopo marzo 2018, se la bolletta di conguaglio è arrivata in ritardo per colpa del fornitore o del distributore, il cliente è tenuto a pagare solo gli ultimi 2 anni fatturati
Per contestare una bolletta della luce o del gas consigliamo sempre di inviare la comunicazione in forma scritta, tramite raccomandata A/R, via fax oppure con la posta elettronica certificata (PEC).
Infine ci domandiamo per quanto tempo si devono conservare le bollette?
Il fornitore ti richiede il pagamento di una bolletta di un anno fa ma tu sei convinto di averla pagata. Bene, se non la vuoi pagare un’altra volta, devi essere in grado di dimostrare il pagamento che hai già effettuato. Questo dipende dalla modalità di pagamento effettuato: avrai bisogno della copia del bollettino postale o della ricevuta della lottomatica, oppure del pagamento effettuato online. Anche in quest’ultimo caso puoi recuperare la ricevuta oppure un documento che attesti il pagamento direttamente online.
Poiché, come detto in precedenza, la prescrizione delle bollette è di 2 anni, in teoria queste si dovrebbero conservare per il medesimo periodo di tempo. Solo successivamente il fornitore o chi per lui (la società di recupero crediti) non può venire a chiederti il pagamento, per cui non è necessario conservarle dopo questo tempo.
Franco Marella