Ci abbassano progressivamente i limiti di velocità

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Il mese di Agosto, da sempre, è stato “terra di facili conquiste legislative” per le amministrazioni che intendono mascherare i loro slanci dispotici con interventi poco sorvegliati, apparentemente benevoli soltanto alla luce della blandizie della calura estiva e dalla richiesta del giusto riposo feriale dei cittadini.

Hanno coltivato quella ‘terra’ tanti governi precedenti, cha hanno indotto il Parlamento a varare leggi da far promulgare pure il giorno 31 dicembre al Presidente di turno, come accadde a Giorgio Napolitano nel 2012 in cui licenziò tutte le leggi più ‘licenziose’ dietro il paravento della legge sulla “Filiazione”, che equiparava i bambini nati fuori dal matrimonio a quelli canonici. Un paravento insospettabile.

Loro sanno che a Capodanno le persone sono poco inclini a seguire la politica e perciò concentrano in quel minuscolo lasso di tempo l’indifendibile di tutto l’anno.

Il giorno di San Silvestro i cittadini tollerano, al più, frazioni sbocconcellate di attenzione all’abito e all’allestimento della stanza del Presidente della Repubblica, e molto meno alle parole scandite durante il suo discorso di fine anno.

L’occasione è ghiotta per occultare nelle more disposizioni quantomeno discutibili.

Per il 25 agosto 2023 stiamo già aspettando la mannaia censoria che darà manleva ai social network di far pubblicare soltanto quello che l’attuale regime digitale consentirà di diffondere, a suo piacere e ad onta della libertà di opinione che la mia generazione conobbe prima del Fantacovid.

Ma in piena estate tutto è CONCESSO e ‘CON (quel) CESSO’ di provvedimenti faremo i conti tutto l’anno, però!

Ben indottrinati da cotanto esempio legislativo, i discenti del Governo centrale nel Comune di Bari hanno preso la palla al balzo per varare loro stessi quanto di più ostico alcune correzioni alla logistica urbana possano consentire: restrizioni, continue limitazioni alla viabilità e una valanga di multe per violazione al codice della Strada (quello nuovo, attenzione).

Come se la mancata manutenzione stradale da parte del Comune non bastasse già a far vivere male i baresi.

Ecco che il limite normalmente vigente di velocità massima di 50 km/h si abbasserà considerevolmente a  30 e addirittura a 20 km/h!

La gente crede ancora ingenuamente che i limiti di velocità servano a elevare la sicurezza stradale.

Niente di più falso e di contraddittorio di ciò: esasperare i conducenti dei veicoli, abbassando a meno della metà il limite di velocità, dove si può percorrere una strada ad una velocità ragionevolmente superiore, ha soltanto lo scopo non dichiarato, ma ormai acquisito come una ‘malattia inevitabile’, di favorire l’illegalità e la violazione delle norme vigenti.

Sì, perché l’automobilista non può certo fare istanza al Sindaco, per aver consentito un provvedimento stupido (qual è), mentre sta viaggiando e sta pensando a raggiungere la sua meta.

Può solo contravvenire, superando il limite, per non incorrere in

• ritardi inutili,

• rischio di essere tamponato di chi gli sta sopraggiungendo dietro,

• rischio di incorrere in liti furiose con chi non ritiene di rispettare i limiti di velocità e lo impone anche agli altri.

Ricordo con orrore di aver dovuto percorrere per molti chilometri l’autostrada Napoli-Reggio Calabria a 40 km/h per rispettare il limite di velocità.

E’ umanamente impossibile riuscire a mantenersi entro quella soglia perché la vettura non è predisposta per quell’andatura oziosamente perdurante, con l’acceleratore che sfugge letteralmente dal piede.

Quella strada è un’arteria immensa, che langue al lento incedere di quello sperduto veicolo seguito dagli autotreni che sopraggiungono e che, rendendosi conto dell’ostacolo improvviso, spaventati dalla collisione imminente, ‘schiacciano’ sinfonie di clacson affatto rassicuranti come arroganti direttori d’orchestra di wagneriana memoria, accompagnando gesti di inaudita violenza all’indirizzo dell’improvvido conducente, sfortunatamente ligio a quei limiti insensati.

Quella maledetta volta in cui incorsi nell’oltraggio alla decenza e al buon senso per aver cavalcato l’autostrada A2, mi difesi parzialmente impostando la velocità massima del computer di bordo a quella velocità pedonale, che mi condusse a destinazione tollerando quella velocità medioevale senza, per fortuna, indirizzarmi la sua riprovazione per il dispetto di ciò che sarebbe stato logico, ma che era vietato: ovvero percorrerla a 130 km/h! Dovetti trascurare parecchie invettive mentre venivo sorpassato.

Adesso si vuole riproporre, entro l’area cittadina, quindi con maggiore sofferenza e frequenza, un simile obbrobrio normativo finalizzato a far esacerbare gli animi, non sempre rilassati in terra di Bari!

Dietro tanto accanimento c’è il pretesto: “tutelare la sicurezza delle categorie più deboli (pedoni)”, limitando la velocità.

Parole aleatorie, svuotate di significato reale e riempite di retorica arbitraria, come la “mobilità sostenibile”. 

Considerando che qualsiasi velocità è pericolosa per definizione, e ciò è insito nel trasporto veicolare, vogliamo vietare alla gente il transito? E’ proprio questo a cui si vuole arrivare?

Annoiare oltremodo i conducenti con velocità troppo basse li indurrà a compiere gesti di ‘recupero del tempo’, questi sì veramente pericolosi, come leggere e scrivere sul cellulare, distrarsi, rivolgersi ai passeggeri ed esplorare una lista di operazioni sconsigliate alla guida, ma invogliate dall’esasperazione.

Devo credere che questo peggioramento delle sicurezza sia addirittura voluto o che si tratti di un’imperdonabile sottovalutazione della realtà?

Da un po’ di tempo c’è la tendenza a mistificare la perdita di una libertà con il vantaggio derivato da presunti parametri non misurabili, come in questo caso riferiti alla sicurezza attuata con misure arbitrarie e impossibili da rispettare nell’accezione moderna delle metropoli, quale è Bari.

Per l’Amministrazione comunale il pericolo sono i marciapiedi, non sempre sufficienti. Metteteli!

“Ma metteremo le piste ciclabili”, dicono per giustificare la modificata viabilità.

Prima implementatele e vedremo se sarete capaci di farle funzionare, magari copiando un modello funzionante nella città di Amsterdam.

Perché non è sicuro che il Comune di Bari riuscirà nemmeno a copiare un modello già esistente.

Dietro quest’atto dissennato c’è sicuramente un piano per foraggiare le casse del Comune con sanzioni surrettizie conseguenti alle contravvenzioni indotte, che fioccheranno ineluttabilmente.

Chi scrive si chiede se dietro la sicurezza stradale ci fosse il piano occulto della “città dei 15 minuti”, presentato come avveniristico da sedicenti filantropi e da filosofi del Grande Reset, in cui le persone assomiglieranno a formiche che percorrono sentieri predefiniti del formicaio, programmati dalla Regina.

In tali ‘laboratori delle catene invisibili’ i cittadini non saranno dapprima costretti a percorrere chilometri per soddisfare i loro bisogni e, poi, dopo l’accettazione del modello urbanistico ridotto, dovranno contenere quei bisogni e i loro ricordi di libertà entro quelli resi disponibili dall’Autorità costituita nell’area che non DOVRANNO superare.

La tecnica della ‘rana bollita’ parte con la distorsione di significato del verbo POTERE nel verbo DOVERE, costringendo le persone a fare per obbligo ciò che hanno potuto fare dapprima per scelta.

L’ambito rimane lo stesso, ma quel giardino fiorito in cui sei stato invitato a riposarti, quando aprirai gli occhi (se li aprirai), sarà confinato da un recinto invalicabile. Cosa ci sta succedendo?

C’impongono mascherine per non farci parlare e ci impediranno di muoverci naturalmente. Che libertà è questa? La libertà di fare quello che decidono gli altri, ovvero una nuova forma di schiavitù metropolitana.

Carlo Zeuli

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