MA DOVE STA ANDANDO LA PUGLIA?

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Sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 11 novembre 2023, che riprendeva, a maggiore conferma, notizie già pubblicate da queste colonne di Bari Sera,  è apparso un articolo intitolato: “Puglia, la Consulta annulla la legge «anti Decaro»: Non si può allungare il mandato del Consiglio”.

Nell’articolo si riportano le motivazione della sentenza della Consulta che annulla, come anticostituzionale, l’articolo 96 comma 1 della legge regionale 32/2022.

L’articolo della legge indicava che, in caso di dimissioni anticipate del governatore, le nuove elezioni avrebbero potuto essere indette dopo la presa d’atto del Consiglio Regionale: il che avrebbe significato che la legislatura sarebbe durata ulteriori 10 mesi.

Pertanto, come scrive la Gazzetta, la Consulta annulla l’articolo citato, come illegittimo “perché era funzionale a dilatare la durata del mandato della assemblea elettiva oltre la sua cessazione naturale”.

Non è la prima volta che che la Consulta ha a che fare con la Regione Puglia. Più volte la Corte Costituzionale ha bocciato leggi e ricorsi regionali. Chi è curioso non ha che da fare una semplice ricerca internet. Qui, basti ricordare un articolo di “Lagazzettadelmezzogiorno.it” titolato “La Consulta bacchetta la Regione Puglia”: «Non rispetta sentenze»” che si può leggere  su https://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/annotazioni/docs/consulta_puglia.pdf.

Questo articolo apre con “Posti vacanti, concorsi, pronunce di incostituzionalità della Consulta e leggi regionali che vanificano le decisioni della Corte ..” e chiude con “la Corte rileva con preoccupazione che la Regione Puglia continua ad approvare disposizioni legislative contrarie agli articoli 3 e 97 della Costituzione, senza ottemperare a “ben due” sentenze della Consulta”.

Non c’è da stare molto allegri sulla regolarità delle delibere della Regione, non credete?

Sembra che la Regione Puglia, vista dall’esterno, non goda di molta stima se un articolo di tal genere appare pubblicato sulla bacheca di altra Regione!

Come cittadini pugliesi ci rimane solo la vergogna.

C’è da chiedersi cosa sia diventata la Regione Puglia in questo ultimo ventennio.

Continuando la lettura dell’articolo citato in apertura, si legge che la  norma definita «anti Decaro» è inserita “dal Consiglio regionale” nella legge di Bilancio 2023. E, ancora, che la norma sarebbe  “figlia del momento politico che, nel dicembre 2022, vedeva il presidente Michele Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro, contrapposti sulla successione (ndr: in Regione)”.

C’è da rimanere esterrefatti! Ci sarebbero tutti gli estremi, a nostro parere, di adire un esposto alla Procura, che sarebbe il caso di domandarsi dove sia.

Ma qui crediamo che non ci sia solo un problema di diritto ma anche di Etica e Morale.

In primo luogo, nessuno ci ha saputo dire cosa c’entri una  una norma “anti Decaro” accuratamente nascosta in una legge di Bilancio. C’è da pensare che il Consiglio Regionale fosse del tutto assente o che non avesse letto del tutto il documento che gli era stato portato al loro dibattito e approvazione (eppure i consiglieri regionali son ben 50) o che fosse in uno stato confusionale.

Certo è che maggioranza ed opposizione sembrano essere felicemente complici.

Sembra incredibile che si debba sperare che qualcuno, fuori della Puglia, possa sollevare dubbi di costituzionalità. Ma fior fiori di professionisti in Regione Puglia non ne sanno di Costituzione? Non c’è un magistrato come governatore?

Dubbi amletici da cittadini. Questa volta, però, non potremmo dire “piove, governo ladro” ma “meno male che c’è un governo”.

Però il dubbio rimane: chissà quante volte questa subdola tecnica di nascondere norme equivoche in carteggi legittimi e innocenti sia stata usata.

In secondo luogo è veramente incredibile chiamare una norma “anti Qualcuno”. E’ di tutta evidenza che usare il potere del proprio ruolo e coinvolgere un istituto assembleare, che dovrebbe essere al servizio del cittadino, per risolvere conflitti e dissidi personali ed elettorali appare la massima espressine della degenerazione di questa politica.

In terzo luogo, ricorrere ad artifizi di questo genere non significa forse delegittimare le istituzioni e il popolo tutto? La protervia e l’arroganza che appaiono emergere da questi atti, oltre a disprezzare il tanto decantato binomia dell’Etica e della Morale, non sono forse figlie della certezza di essere rieletti?

Caro popolo, sarebbe il caso che ti prendi un caffè doppio perché è necessario che ti svegli, al più presto. Perché, qui, sembra proprio che non si tratti solo di persone “cattive”, ma di tutto un sistema gestionale inquinato.

ANTONIO VOX

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