«Qualche anno fa ho incontrato il dottor Volpe, il dottor Vicino e tutta l’equipe del Di Venere che ha costruito un insieme di competenze in grado di gestire – dal concepimento alla nascita – i casi più complessi di maternità a rischio. Parlammo della necessità di investire in infrastrutture e in capitale umano per consentire una migliore diagnosi fetale che è la base per poi fare quello che oggi viene presentato, il primo intervento nel sud Italia di chirurgia fetale con riferimento a problemi legati alla circolazione sanguigna di parti gemellari. Questa equipe multidisciplinare, che ha utilizzato attrezzature modernissime e di ultimissima generazione e che viene realizzata all’interno di un reparto che è stato completamente ristrutturato, è un successo straordinario». Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in occasione della conferenza stampa nel corso della quale sono stati forniti i dettagli di due interventi di chirurgia fetale, i primi al sud Italia, eseguiti all’ospedale Di Venere di Bari.
«La Puglia – ancora Emiliano – quindi può presentare questo record di essere la prima regione nel Mezzogiorno ad avere fatto un intervento di questo livello. Da un lato la cultura della donazione, dall’altro le capacità tecniche, ci hanno consentito in molti settori di crescere nei numeri e di avere un’organizzazione che in grado di fare cose che un tempo venivano considerate impossibili».
«Sono pochissimi i Centri in Italia e pochi in Europa – ha rimarcato il direttore generale della Asl di Bari Antonio Sanguedolce – in cui è possibile effettuare questi interventi in utero di grande difficoltà e complessità. Questo evento rappresenta il punto culminante di un percorso fatto di investimenti in strutture, attrezzature e risorse umane. La Asl Bari ha creduto nella formazione dei propri medici e ha favorito la collaborazione tra la chirurgia fetale della clinica Mangiagalli di Milano e la Medicina fetale del Di Venere, grazie ad un innovativo protocollo d’intesa attraverso il quale è stato avviato un interscambio tra le loro competenze specifiche in chirurgia fetale e quelle nostre nel campo della diagnosi delle malformazioni cardiache, essendo entrambi centri di riferimento europeo ciascuno nel proprio settore. Ora queste professionalità, e la struttura di eccellenza in cui operano, ci consentono di aprire qui da noi una nuova stagione per le pazienti pugliesi».
E nelle prossime settimane sono in programma già altri interventi.
«Queste tecniche – ha spiegato il direttore del Dipartimento per la Gestione del Rischio Riproduttivo e la Gravidanza a rischio della Asl di Bari Paolo Volpe – sono ormai validate scientificamente, e quindi non più sperimentali come fino a qualche anno fa, possono essere eseguite solo in Centri selezionati in cui oltre ad essere presenti le conoscenze approfondite circa la vita e le patologie fetali esiste un contesto medico adeguato che permette di eseguirle. La Chirurgia fetale, in sostanza, rappresenta il fulcro attorno al quale ruotano altre figure specialistiche: nella selezione dei casi è importante il ruolo del genetista, mentre nella gestione possono entrare in gioco l’anestesista, l’ostetrico, il neonatologo e, in alcuni casi, il neurochirurgo e altri specialisti”.
“Per poter realizzare in Puglia questi interventi – ha aggiunto – niente è stato affidato al caso o all’abilità di singoli operatori, ma tutto è stato reso possibile grazie ad un lavoro iniziato alcuni anni fa, quando la dott.ssa Claudiana Olivieri è stata inviata presso la clinica Mangiagalli per approfondire le proprie conoscenze in chirurgia fetale, e alla sinergia con le unità operative del Dipartimento, in particolare la Genetica e l’Ostetricia, e anche all’esterno con alcune unità operative di settore del Policlinico di Bari. Vorrei ringraziare per tutto questo i miei collaboratori, i medici e gli infermieri delle altre Unità operative che hanno collaborato, in particolare ostetricia e sala operatoria del Di Venere, la psicologa per il sostegno offerto a queste coppie».